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Un Caffè 2.0 con Matteo Pericoli

“Nella vita non si capisce mai bene quali cose si fanno succedere, e quali succedono e basta” è così che ha esordito Matteo Pericoli al caffè 2.0 di questa mattina, il primo per noi nuovi Eggers. Nonostante fosse già venuto a trovarci, regnava un silenzio carico di attenzione mentre Matteo raccontava le vicende, più o meno fortuite, che l’hanno portato a diventare un illustratore di fama internazionale.

La sua storia comincia a New York, dove, nel 1995, si è spostato seguendo il sogno di diventare un grande architetto. Spinto dalla voglia di catturare l’essenza della città, si è trovato a circumnavigare l’isola di Manhattan innumerevoli volte, fotografandola e disegnandola. Il risultato? 24 metri di carta che illustrano con estrema precisione tutto lo skyline di Manatthan. 12 metri per la West Side e altri 12 per la East Side. Un vero e proprio capolavoro, pubblicato nel volume Manhattan Unfurled, che racconta la Grande Mela come nessuno aveva mai fatto prima. L’avventura newyorkese non finisce qui. Il suo successivo punto d’osservazione privilegiato è stato Central Park, il meraviglioso parco che permette di scappare dalla città rimanendoci dentro. Da lì ha raccontato, questa volta a colori, la New York che circonda il polmone verde di Manhattan.

Molto più modesto è invece lo skyline della nostra bella Torino. Occupa solo 2 metri di un rotolo di carta. Poco male, infatti Matteo ha preferito guardare Torino dalla finestra. Per la precisione da 53 finestre diverse. È su questo che si basa “Un anno alla finestra” il progetto portato avanti in collaborazione con Bruno Gambarotta e Giuseppe Culicchia per La Stampa. Una visione più sincera della città, dove, indirettamente, si avverte fortissima la presenza umana. Infatti ogni scorcio è collegato a qualcuno che, Torino, la vede (o vedeva) così.

In conclusione ci ha parlato del suo corso di Architettura Letteraria che ha portato avanti alla Scuola Holden di Torino e alla Columbia University. “Cosa rimane di un racconto se togliamo le parole?” È questo l’input da cui sono partiti gli studenti per realizzare vere e proprie strutture architettoniche in miniatura che rappresentano grandi opere letterarie, ricordandone la trama o le sensazioni che nascono dalla lettura.

In una sola mattina ci ha riempito di voglia di disegnare e ci ha insegnato un nuovo modo di osservare la città attorno a noi. Ci ha accompagnati, non solo a New York e a Torino, ma anche a visitare Londra dalle sponde del Tamigi e a dare un’occhiata all’incredibile skyline del mondo realizzata per il terminal dell’American Airlines del JFK di New York. Al di là del mostrarci meravigliose illustrazioni ricche di dettagli ci ha anche aperto gli occhi sul processo di selezione che ha portato a decidere cosa rappresentare e cosa no. Ci ha parlato di quello che non si vede del disegno. La parte più importante.

caffè2.0-Matteo Pericoli

Matteo Pericoli

Architetto, curatore e illustratore