Studioso d’informatica, professore, intellettuale, visionario: leggendo la sua biografia ci aspettavamo un caffè 2.0 a mo’ di lezione, una sorta di ritorno sui banchi di scuola, così ci siamo seduti, pronti a prendere appunti, con l’espressione più intelligente possibile stampata in faccia.

Fin da subito abbiamo capito che delle convenzionali lezioni frontali ci sarebbe stato poco. Nulla di preparato, tutta improvvisazione, tanto che a scegliere gli argomenti siamo stati noi: ciascuno aveva a disposizione un bigliettino e la possibilità di scriverci 3 settori economici a scelta. Il gioco è stato cercare di immaginarci insieme il destino di questi settori, proiettandoli avanti di una decina di anni.

Leggendo i bigliettini risultava palese la nostra provenienza dal mondo della creatività; in molti si sono interessati al destino dell’editoria, dell’arte, della pubblicità… comunque si è spaziato dai trasporti all’agricoltura passando per la sanità. Biglietto dopo biglietto con esempi e supposizioni Gabriele ci ha conquistato, dimostrando un’impressionante ventaglio di competenze e una lungimiranza disarmante.È riuscito a catapultarci in un mondo dove con la tecnologia si potranno fare cose incredibili, uno scenario alla “1984” di Orwell, a tratti straordinario, a tratti inquietante. Un mondo di megalopoli immense, sovraffollato, dove potremmo avere tutte le informazioni che vogliamo, dove non saranno più necessari i supermercati, dove ci saranno fabbriche di organi, e dove con una semplice applicazione si potrà vedere se stessi recitare in Titanic a fianco di Leonardo Di Caprio (o Kate Winslet, a seconda della preferenze).

Noi giovani spensierati, che al futuro ci pensiamo solo quando le scadenze si avvicinano pericolosamente, ci siamo trovati a ragionare su scenari (im)possibili che presto o tardi ci vedranno protagonisti. Dopo l’incontro abbiamo continuato a pensarci e a parlarne, incuriositi e intimoriti da questo futuro che sta arrivando così veloce.