Oggi vi presentiamo un incredibile duo di ex Eggers e il loro progetto multidimensionale.
Stefano Gioda, illustratore di un fantastico bestiario immaginario in costante evoluzione, e Roberto Sollazzo, esperto 3d artist e insegnante vfx, hanno deciso di trasformare lo splendido disegno di una Cicada Coni in una scultura in 3d.
L’esemplare che vedete in foto è una cicala unica creata con l’ambizione di superare il mito che le attribuisce un’origine divina – le cicale sarebbero nate dalla metamorfosi di antichi artisti – e ricongiungersi con l’intera natura fino a diventare parte integrante di essa.
Nella pigna, che sembra essere da sempre essenziale prolungamento del suo corpo, potrebbe nascondersi quel famoso orologio naturale che permette alle cicale di contare gli anni così come l’iniziazione ai misteri del suono.
Quel che è certo è che vederla approdare nella realtà è ancora più strano ed eccitante. Per questo, abbiamo chiesto a Roberto di raccontarci come ha lavorato.
Per la realizzazione di questa scultura sono ovviamente partito dalla produzione di un modello 3d, il più coerente possibile con l’idea di Stefano.
Ho usato la sua illustrazione come un “blue-print”, ovvero come base sulla quale modellare. Avevo ovviamente solo una vista quindi, con tante immagini di riferimento, ho dovuto inventare tutto il resto.
A differenza di molti 3d artist che lavorano nella stampa (per la produzione di action figure) non sono partito da software di scultura digitale, ma da software di modellazione 3d, in questo caso Maya.
Questo perché l’intenzione era sì, quella di avere un modello stampabile, ma anche di avere un modello con la corretta topologia (disposizione dei poligoni), pronto ad essere anche riggato (il processo di rigging è quello dove si va a creare lo scheletro e i controlli al modello, per consentirne l’animazione) e texturizzato come un classico modello da produzione pubblicitaria-cinematografica.
Sarei potuto partire da software di scultura e ricreare la corretta topologia dopo, ma questo procedimento lo trovo un po’ più lungo. Invece partendo da Maya, il modello è già pronto, e con software di scultura ho applicato solo i dettagli.
La pigna, per esigenze di stampa (e per evitare di avere tanti pezzi separati da incollare dopo, con tutti i rischi del caso) è stata ottimizzata evitando rientranze troppo esagerate.
La stampa è stata eseguita dividendo il modello in pezzi (ali, corpo, zampe, rostro), cercando di dividere nel modo più furbo, senza far vedere troppo i tagli, e creando un buco per inserire il piedistallo. Montato e incollato, il modello è pronto per passare ad una eventuale fase di colorazione manuale, con una base di primer applicata prima del colore.
Nel nostro caso, abbiamo pensato che, per mantenere più etereo il modello,il bianco era perfetto.