L’EGGSPERIENCE di Eleonora
Per poter descrivere la mia Eggsperienza ho dovuto aspettare un po’, mi sono dovuta trovare in un contesto completamente diverso per capire davvero cos’è stato quest’anno in Eggers 2.0 per me.
Bè, sono arrivata alla conclusione che non so che parole usare, perché dire che Eggers ti insegna tanto non è abbastanza, dire che te lo porti dentro per sempre forse neanche. Perché essere un Egger non è un’esperienza temporanea, è un cambiamento senza ritorno.
Once an Egger always an Egger, potrei dire.
In questo contenitore di ovetti e creatività ho trovato il mio primo lavoro e la mia seconda famiglia. Ho trovato dei colleghi, dei capi, degli amici che quando mi sono trovata sul (tu)orlo di una crisi mi hanno dato un supporto lavorativo, morale e alimentare (voi non avete idea del cibo che gira in quell’ufficio: in un’equazione, i narcos stanno alla droga come gli Eggers alle torte).
Ho imparato tanto sulle strategie, sulla grafica, sull’organizzazione di eventi, sulla fatica che si fa per creare un logo o scrivere una headline, ma ho imparato soprattutto che in un mondo duro come quello della pubblicità, ci sono ancora delle uova d’oro: buone e col cuore morbido.
Quindi concludo citando Fedez che cita Bukowski:
“l’essere umano ha due grandi difetti: l’incapacità di arrivare in orario e l’incapacità di mantenere le promesse. Io non posso garantirvi che sarò sempre in orario ma vi prometto che, anche se in ritardo, ci sarò sempre per voi Eggers” (testuali parole di entrambi, giuro).
E(GG)leonora