L’EGGSPERIENCE di Davide
Eggers. Per me è sempre stata un po’ come l’isola che non c’è.
E a ben vedere in effetti all’interno ci puoi trovare proprio tutti: da Peter Pan a Campanellino, passando per Capitan Uncino, fino a finire al coccodrillo.
Ah…è inutile che insistete perché neanche sotto tortura dirò mai chi è uno o chi è l’altro.
Scherzi a parte, Eggers non è stata la mia prima occasione lavorativa, come invece capita per molti ragazzi, e proprio per questo mi sento di avere ancora più elementi in mano per definirla isola che non c’è.
È un posto assai raro.
È l’anticristo dello stereotipo del posto di lavoro.
È l’ideale insomma, per spezzare quell’immaginario cordone ombelicale che si taglia nel passaggio da studente a lavoratore.
Le gerarchie ci sono, badate bene, come del resto è giusto che sia, e anche la stanza dei capi esiste, ma tu non hai mai paura di attraversare quella porta (sempre aperta non a caso!), per chiedere un consiglio, un’opinione o una partita a calcio balilla.
I colleghi poi sono speciali. Ho stretto amicizie, quelle vere, quelle che non conoscono rivalità, e stupide rivalse. Quelle che riconosci subito, a pelle, o meglio a cuore.
Insomma sono stato davvero molto bene in via Poliziano, e più che un anno di lavoro è stato un anno di uno dei più bei viaggi che ho mai fatto.
Bhe ora basta ho scritto fin troppo, e spero di non avervi fatto salire troppo la glicemia.
Del resto come è che diceva quella vecchia pubblicità: “Provare per credere!”.
Vi lascio però con una certezza.
Un anno in Eggers fa bene alla mente e al cuore!
Davide