L’EGGSPERIENCE di Alessandro
A Eggers 2.0 ho imparato che meno si scrive, più si viene letti. Oltre a un sacco di altre cose fondamentali.
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Prima di andare via, Ale ci ha lasciato una letterina di addio talmente commovente che abbiamo deciso di condividerla per contagiare anche voi:
In un impeto di entusiasmo, un giorno di svariati mesi fa cominciai una presentazione con una citazione di Melville, che vado a riproporvi: “Non è segnato su nessuna mappa; i luoghi veri non lo sono mai”.
Ora, io non lo so se questa è la maniera migliore di iniziare una letterina di addio, ma ho pensato che potesse essere carino riprendere una cosa scritta durante i miei primi mesi, che c’entrasse in qualche modo con Eggers. Arrivando dalla provincia di una delle città più provinciali del mondo, Eggers 2.0 mi è sembrata la cosa più simile a una roba vera.
Questo dovremmo scrivere sul sito, accanto a factory, incubatrice di talenti e laboratorio di comunicazione. Dovremmo scrivere: microcosmo di decerebrati, frullatore di idee e qualche cavolatina, luogo in cui è presente una lavastoviglie ma nessuno si ricorda di avviarla e, in fondo, magari in piccolo per mantenere un certo livello di piemontesità: roba vera.
Certo, Melville diceva che i luoghi veri non sono mai segnati su una mappa, mentre Eggers lo è, ma d’altronde Melville era già morto quando è nato Google Maps, e comunque Via Poliziano è in culo ai lupi (almeno se non avete la macchina).
Il motivo per cui Eggers è, secondo me, un luogo vero non è un solo motivo. Sono tanti motivi. Ecco i motivi per cui secondo me Eggers è un luogo vero.
Non posso non cominciare questo elenco con i due motivi principali. Purtroppo, devo proprio includerli. Mi tocca. Sono Guido e Pietro, i due boss. Di solito, quando spiego Eggers all’esterno, ne parlo quasi come se fossero un’unica entità inscindibile. Guido e Pietro. Lo yin e lo yang. Giacca e cravatta. Stanlio e Ollio. Paola e Chiara. Cristina e Benedetta Parodi. Ma in realtà sono due persone ben distinte.
C’è Guido, che è il direttore creativo. Di lui si sanno alcune cose. Uno: che quando ha iniziato rubava i brief ai colleghi. Due: che praticamente tutto quello che viene scritto è uno stereotipo di linguaggio. Tre: che gli inglesi hanno l’understatement, che nessuno nel mondo, compresi gli inglesi, ha ben capito cosa sia (ma Guido sì). La realtà è che faccio il cretino, ma questi tre punti sono effettivamente degli insegnamenti di un maestro: di scrittura gli ultimi due, di vita il primo. Ed è per questo che Guido è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
C’è Pietro, a cui, un giorno, qualcuno, che probabilmente adesso è in prigione, ha detto che prima della parola “ma” ci vuole per forza il punto e virgola. E da allora Pietro Dotti è diventato un nazista della punteggiatura, e mette un punto e virgola ogniqualvolta deve scrivere la parola “ma”. Ora, a parte che questa cosa del punto e virgola è grammaticalmente assurda, questa storia ci aiuta a capire come è Pietro. Molto, molto diretto. Trasparente. Se ha qualcosa da dire, te la dice. A volte, anche con garbo. Altrimenti, sarà comunque una bella lezione da portarsi a casa. Ed è per questo che Pietro è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Durante il mio primo giorno, mi sono state fornite solo tre coordinate geografiche: la prima, che Orsetto (un personaggio mitologico fino ad allora) è originario di Boves; poi, che il bagno dei maschi è quello piccolo a destra e quello delle femmine è quello grande e a dritto; e poi che Tiziana è di Cantoira. Ora, che Tiziana sia di Cantoira è molto importante: io mi immagino Cantoira un posto popolato di persone che sono uguali a Tiziana. Tutte un po’ ricce, e tutte con gli occhi azzurri. Con le gotone lentigginose e la risata scrosciante. Insomma, il set ideale per un film horror. Ma sì: Cantoira è il grande nido dove tutte le Tiziane del mondo vivono. Entrano tutte in agenzia sorridendo, posando la borsa sul tavolo, e sospirando. Poi fanno una battuta. Poi ne fanno un’altra. Poi ne fanno altre sette, tutte insieme, alcune anche abbastanza divertenti. Cantoira deve essere il paradiso delle freddure. E un atollo di dolcezza. E un parco naturale di tenerezza. E anche se Cantoira avesse una sola Tiziana, con un solo Orlando, con una frequenza di battute di solo sette al minuto, la sola presenza della sola Tiziana sarebbe una buona ragione per andare da lei a bersi un caffè shakerato. Per questo è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Michela è come il limoncè. C’è. Michela è come la Cremeria. C’è (anche se non c’è mai Gigi). Michela è come un trucco di magia: c’è (ma non si vede). Michela è come una particella di sodio in acque che non sono la Lete: c’è. Michela c’è, dalle otto e mezzo alle cinque e mezzo, anche se ultimamente la mattina è un po’ sudata. Ma c’è, sudata ma c’è. Con tutte le risposte di cui hai bisogno, e magari anche con quelle di cui non sai di aver bisogno. Ed è per questo che Michela è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
La prima volta che mi è stata descritta, Giosina è stata definita come una macchina da guerra. Secondo me bisogna aggiungere qualcosa. Per esempio, il fatto che è spesso molto silenziosa, e mi ricorda una di quelle spalle comiche che stanno sempre zitte, e che per questo fanno ridere. Poi che, quando parla, ha l’accento piemontese. Poi che è impassibile a tutte le battute di Pietro. Che ha un bellissimo sorriso, che probabilmente sfoggerà anche quando darà di matto e brucerà Via Poliziano. Quindi, ricapitolando, Giosina è una macchina da guerra con un bellissimo sorriso silenziosa piemontese impassibile e potenzialmente piromane. E per questo è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Se dovessi scegliere il mio personaggio di fantasia preferito, dopo Harry Potter, dopo Sherlock, dopo il Gabibbo, dopo quelle mele inquietanti che parlano nei video di Youtube, dopo i manzi del martedì, dopo Nemo di Alla ricerca di Nemo, dopo Dory di Alla ricerca di Nemo, dopo Anacleto e dopo Paperoga, se dovessi scegliere il mio personaggio di fantasia preferito sarebbe senza dubbio Luigi. Luigi non può essere reale. Luigi sorride sempre. Luigi dice “tipo” e fa le virgolette con le dita. Luigi prende una strada al contrario e la sua vita cambia. Luigi adora aiutare le persone, anche, e cito testualmente, se qualcuno dall’altra parte della città gli dovesse chiedere di portargli a spasso il cane alle cinque di mattina. Insomma, Luigi non può essere reale, e per questo Luigi è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero. Comunque non ho un cane per ora.
Con Matteo non vorrei usare parole dolci, perché so che mi prenderebbe per il culo. A pensarci bene, Matteo mi prenderà per il culo qualsiasi cosa scriverò di lui, e questo mi dà la libertà di dire ciò che voglio, perché tanto il risultato sarà lo stesso. A Matteo vorrei dare due consigli, e posso permettermelo solo perché noi due siamo persone molto simili, quindi è un po’ come se mi stessi consigliando da solo. Il primo consiglio è: smetti di essere un ananas. Non so se lo sapete, ma adoro gli ananas. Gli ananas sono spigolosi e appuntiti fuori, e dolci dentro. Il problema è che a volte le persone non sono disposte a tagliarci a metà per scoprirlo. Ma Matteo dovrebbe smettere di essere un ananas perché gli ananas hanno sempre in testa una corona, e solo io posso portare la corona, qui! Il secondo consiglio è: tagliati i capelli. Ma non occorre che segui questi suggerimenti: sei comunque uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Ci sono state almeno due occasioni, durante il mio primo anno qua, in cui ho avuto modo di approfondire il rapporto con Gessica. Il primo è stato alla cena di Natale a casa di Pietro, quando ho capito definitivamente che è pazza. Il secondo è stato durante uno scambio di messaggi su whatsapp, quando l’ho chiamata Jessica con la J. “Alessandro, anche tuo padre si chiama Valter con la V normale, dovresti essere sensibile a questa tematica”. Mi sono scusato. Cara Gessica con la Gi, io non so come chiamerai tuo figlio o tua figlia. Secondo me, comunque, dovresti proprio evitare di cambiare a caso delle lettere nel nome. Non per loro, ma per i poveri colleghi ignari che sbaglieranno a scrivere i messaggi. Tanti auguri, comunque: spero che sarà pazzo, come te. Squisitamente pazzo, felicemente pazzo. O pazza, se è una femmina. Lo spero, perché sei uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Roberta, sei molto simpatica.
Caterina, se c’è una persona al mondo che non avrei mai detto potesse…
Scherzavo, Robbè, dai. Ti pare che non ho due righe per te? Anzi, partirei proprio da qui. Roberta è quella persona che ride quando la prendi in giro, perché sa che hai bisogno che lei rida anche se la battuta non fa per niente ridere. Roberta è quella persona che mi ha insegnato a lavorare senza fare pause, una slide dopo l’altra, come un treno. Tornavo a casa esausto, ma la presentazione c’era. Roberta è quella persona che mi ha insegnato che se un titolo in italiano fa schifo, basta tradurlo in inglese et voilà: genio. Roberta è quella persona a cui puoi chiedere un consiglio su cosa fare quando ti senti molto confuso, e con cui ti puoi sfogare quando ti senti molto triste. Roberta è quella persona che vede che c’è qualcosa che non va, e ha la pazienza, la voglia e la forza di chiederti che cos’è che non va, anche se probabilmente è una cazzata. E, udite udite, Roberta ha solo 25 anni. Per questo è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Ora. Davvero. Guardate Caterina. Se tutti guardate Caterina, lei probabilmente arrossirà. Nel caso dovesse parlare, probabilmente inizierebbe a mangiarsi le parole. Ora, questa Caterina è la stessa persona che praticava degli sport da combattimento che io mi faccio male solo a pronunciarli, la stessa persona che andava in moto in maniera molto spericolata, la stessa persona che ascolta la musica più tamarra che abbia mai sentito. Ok, io adoro la musica tamarra, ma proprio non riesco a immaginare Caterina, nella sua cameretta, che poga indiavolata su questo genere. Eppure, è lei. Ho una laurea in Psichiatria conseguita presso l’Università della Strada, e la mia diagnosi è che Caterina soffra di sdoppiamento della personalità. C’è un lato positivo: entrambe le personalità sono fantastiche. Per questo è uno, anzi due, dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Nonostante sia molto giovanile, Cristian è un perfetto papà. Ma non ditelo a Costanza. E non ditelo nemmeno a lui. Cristian è il mio papà torinese, quello che ogni tanto se ne viene fuori con un hobby diverso (e poco importa che riguardi i droni, i pesci, o i giochi di magia). Avete presente, no?, le fisse che hanno i papà: “Ciao Ale, dai, diventiamo esperti creatori di bot!” “Ciao Ale, vuoi vedere il mio nuovo mazzo di carte a tema insetti?” “Ciao Ale, creiamo un sito con il dominio personalizzato .boh! Tipo cristian.boh.” Il papà torinese coglie ogni occasione per offrirti il kebab. O la pizza. O il messicano. Ti chiede che fai il sabato pomeriggio, perché lui è in giro, e quasi sicuramente ha un progetto in mente. Oppure vuole andare al sushi. Il papà torinese avrebbe bisogno di giornate di 45 ore, e forse non gli basterebbero per dormire – cosa che, tra l’altro, già non fa. Ti ascolta, e se anche non dici niente sa benissimo cosa pensi. “Giovane!”, come inizi sempre tu le frasi: mi mancherai. Perché sei uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
A parte il colloquio iniziale, la prima volta che ho avuto un contatto con Fede Bon la definirei esplosiva. Nel senso che probabilmente ci saremmo fatti esplodere l’un l’altro, con molta dinamite. È durata poco, questa faida. Perché subito dopo, come fanno tutti gli ingegnosi criminali, abbiamo capito che era inutile farci la guerra. Meglio unire le forze contro un nemico comune. Come la tipa pazza che scrive messaggi strani alla pagina di ****, i camioncini troppo piccoli per contenere duecento totem di ****, il ragazzo di ****, e naturalmente Chiara Ferragni. Ed è per questo che Fede Bon è uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
C’è un motivo per cui ti ho tenuto in fondo, caro Federico Provaggi. Il mio scopo, nei prossimi due minuti, è quello di farti piangere. Dimostrando così che mi sbagliavo, che non sei anaffettivo come ho sempre segretamente teorizzato. Contrariamente a qualsiasi aspettativa, tu hai un cuore. Forse è posizionato al contrario, o magari c’è il polmone che lo schiaccia, ma tu, il cuore, ce l’hai. Procacci, te lo confesso. È difficile scrivere qualcosa su di te. Perché non ci dici niente. Non ci dici se hai una casa, non ci dici se sei innamorato della panettiera, non ci dici cosa ci vai a fare ogni giorno alle Poste, non ci dici nemmeno come ti chiami (Proca, Procacci, Provaggi, Federico, boh). La verità è che non importa. Forse basta sapere che con te ci sarà sempre la possibilità di litigare su una cosa importantissima tipo l’utilità del termine lapis e di trovarsi d’accordo su quella dopo (ma in questo momento non mi vengono esempi). Di sentirsi sempre chiamare A stronzo, e sapere che è affetto. Di sapere che basta uno sguardo per scoppiare a ridere. Non occorre sapere tante cose per essere amici. Grazie per tutte le gif che mi hai fatto. Grazie per avermi offerto qualche crostatina ogni tanto, e non avermene rubate troppe. Grazie per i passaggi fino alla fermata che ti obbligavo a darmi. Grazie per aver spostato la tua roba quando io occupavo anche metà del tuo spazio con le mie cose. Grazie per avermi chiesto Come va quando avevo bisogno di lamentarmi. Grazie per questi due anni in cui siamo stati compagni di banco. E grazie per essere stato uno dei motivi per cui Eggers è un luogo vero.
Motivi per cui Eggers è un luogo vero: mi mancherete. Ciao.
Ale