È vero, siamo 2.0; passiamo metà della nostra vita davanti ad un computer e ci sentiamo completamente smarriti quando viene a mancare una connessione internet. Eppure tutto ciò che è 0.2 esercita ancora un certo fascino su di noi. Stiamo parlando di tutte le cose fatte alla vecchia maniera: il mondo dell’analogico, dell’artigianato e della carta stampata.
Per questo il secondo weekend di ottobre abbiamo fatto un salto alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, per dare un’occhiata ad Operae, il festival del design autoprodotto.
Ci siamo persi tra le sculture in cartone di Eetico, tra i mobili costruiti assemblando vecchie sedie e tra lampade fatte con vecchie bottiglie di plastica.
Tante cose carine, nulla che ci abbia lasciato davvero a bocca aperta, ma abbastanza materiale e suggestioni che ci hanno fatto capire che è vero che con le nuove tecnologia si riescono a fare cose meravigliose, ma è anche vero che con oggetti di uso comune, un po’ di creatività e con la giusta dose di manualità non si scherza…
Ci siamo persi a sfogliare le opere esposte nella sezione dedicata all’editoria indipendente. Cosa abbiamo visto? Tante proposte interessanti ed originali che ci hanno aperto gli occhi su un movimento sempre più rilevante che sta assumendo sempre maggior rilievo.
Nel caso vogliate saperne qualcosa di più, date un’occhiata qui sul blog di ContemporaryArt e anche qui.